Le olimpiadi e l’orticaria

Le olimpiadi e l’orticaria

“Lo sport è bello perché non è sufficiente l’abito. Chiunque può provarci”.
(Pietro Mennea)

Le Olimpiadi Italiane di Informatica (OII) sono un evento organizzato da AICA, Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico, insieme al MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nato con l’intento di promuovere nei giovani studenti delle scuole secondarie superiori italiane lo studio e la conoscenza delle discipline legate all’informatica attraverso la partecipazione a una competizione. Gli “atleti” sono chiamati a risolvere dei problemi mediante la definizione di algoritmi e la loro implementazione tramite lo sviluppo di programmi di calcolo. La manifestazione vale anche come selezione per la partecipazione alle Olimpiadi Internazionali di Informatica (International Olympiad in Informatics, IOI), che si tengono ogni anno, dal 1989, in una nazione diversa. Occasioni uniche, dunque, per far crescere i ragazzi a “pane e software”.

Come ogni olimpiade che si rispetti, ci aspettiamo che le regole seguano gli standard. Ve l’immaginate una gara di lancio del disco dove gli atleti usano dischi di forma e peso diversi? o una gara di canottaggio dove c’è chi rema e chi va a motore? Fuor di metafora: che tipo di strumenti vengono messi in mano agli “atleti” dell’informatica? Nella speranza che il software libero fosse al centro di competizioni come queste, siamo andati a vedere. E in generale non siamo stati delusi. Anzi, abbiamo visto cose molto interessanti. Con qualche caduta di stile.

Ma andiamo con ordine.

Il regolamento di gara è in genere lo stesso tutti gli anni: un docente-referente registra le sue credenziali (e-mail, nome utente e password) nell’apposito sito, a cui potrà accedere il giorno stabilito per reperire i file oggetto della prova. Nel regolamento dell’anno scorso era previsto testualmente “un servizio di emergenza via fax oppure e-mail per quelle scuole che riscontreranno problemi nel reperimento dei file. La segnalazione della eventuale inaccessibilità dovrà essere fatta personalmente dal Referente, che verrà identificato attraverso username e password e al quale verranno comunicati i recapiti da utilizzare”.

Lo confessiamo: l’idea che nel XXI secolo degli informatici comunichino con altri informatici via fax, scambiandosi nome utente e password su dei fogli di carta (o anche in chiaro nel testo di una e-mail) come niente fosse, è raccapricciante, e ci ha provocato un principio d’orticaria. L’orticaria è cominciata a passare solo quando abbiamo scoperto con sollievo che il regolamento di quest’anno non prevede l’utilizzo del fax; passerà del tutto forse il prossimo anno, quando magari non sarà più necessario dover scrivere una password dentro una mail.

Lo scorso anno il regolamento prevedeva anche che “la comunicazione dei dati degli atleti avverrà mediante la compilazione di un foglio in formato Excel opportunamente predisposto…”. Abbiamo avuto un altro attacco d’orticaria, anzi due, anzi tre: il primo perché Excel è un programma commerciale per la creazione di fogli di calcolo e NON un formato di file; il secondo perché alle Olimpiadi (quelle vere) i giudici usano il Sistema Internazionale per misurare le prestazioni degli atleti (il metro per misurare i salti e i lanci, il secondo per le corse, il chilogrammo per il sollevamento pesi…) e non si capisce perché per le OII si obblighino le scuole a comprare un metro apposta, fuori standard (leggi: un software proprietario per aprire e modificare un file non standard); il terzo perché in quell’opportunamente predisposto temiamo possa nascondersi una macro di cui nessuno, crediamo, sente il bisogno.

Il regolamento di quest’anno prevede pari pari la stessa procedura stile INVALSI e stesso “foglio in formato Excel opportunamente predisposto”, per cui l’orticaria non è ancora guarita. Speriamo che l’anno prossimo si decida di usare il metro per i salti, il secondo per le corse e il chilogrammo per il sollevamento pesi, anziché lo stadio, il centigiorno e l’oncia, e le scuole non debbano dotarsi di programmi proprietari per aprire formati di file proprietari.

Al di là di queste cadute di stile c’è da dire che gli organizzatori hanno messo a disposizione delle scuole e degli studenti una nutrita serie di strumenti liberi: IDE, compilatori e addirittura l’intero ambiente di gara, ovvero una macchina virtuale, utilizzabile con VirtualBox, identica all’ambiente utilizzato per le gare, che è un sistema operativo Ubuntu Linux, che gli studenti possono scaricare liberamente e avviare per potersi allenare.

Che vinca il miglior software, dunque. Anche per la comunicazione dei dati.

L’articolo Le olimpiadi e l’orticaria è stato pubblicato originariamente su Tech Economy – The Business Value of Technology.

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